Uscita fotografica Val Formazza

A caccia dell’ora bluRifugio Margaroli al Lago Vannino

Sabato 13 Luglio 2013

Cristina: «E’ un 13 Luglio che promette bene e poi siamo tutti entusiasti di partire per questa avventura in Val Formazza destinazione il rifugio Margaroli e il Lago Vannino.

Claudio, Cristina, Luca, Mario, Marilù, Mauro e Valerio, ci si divide in due auto e via all’avventura. Dopo una sosta obbligata a Crodo ci muoviamo verso Valdo alla stazione della seggiovia. Con le gambe a penzoloni e lo sguardo affascinato ci perdiamo ad ammirare il panorama durante la salita dei bellissimi gigli arancioni, greggi di pecore belanti e agnellini tenerissimi, fiori dai mille colori ed un profumo di verde, di libertà, un profumo di aria pulita che inebria.

Finisce la corsa e siamo già a 1810 metri, il rifugio Margaroli è oltre i 2100 metri, ci incamminiamo. Claudio è subito preso si dedica al suo reportage selvaggio. Valerio, l’uomo appeso, non rinuncia a scalare manco un sasso! Marilù cammina sempre naso in giù per cercare fiori da “catturare” col suo nuovo 100 macro. Mauro è la nostra guida. Tranquillo, sorridente e inesorabile, per lui non poteva esserci miglior nick che “scatto lento”; essere con lui mi fa pensare di poter osservare la montagna come la vedo nelle sue immagini…e così sarà!

Finalmente dopo un po’ fatica ci rifocilliamo gustando le nostre prelibatezze per pranzo. Ovunque ti giri il prato offre colori bellissimi; le genziane la fanno da padrone, le anemoni, i muschi, i mirtilli…anche i cardi spinosi, insidiosissimi per i miei piedi nudi, sono affascinanti nel loro mostrar le spine. Ognuno di noi è impegnato a catturare quante più belle immagini possibile per ricordare questi due giorni… Si riprende il cammino e poco dopo il rifugio si staglia bianco contro lo sfondo della roccia ancora innevata della montagna, quasi a darci il benvenuto il fischio della marmotta.

Sull’asta del Margaroli sventolano due bandiere sfilacciate dal vento ed ora che guardo verso valle osservo una meraviglia, un panorama che toglie il fiato. Abbiamo tutti un sorriso disegnato dalla bellezza di quei luoghi dove la natura è davvero sovrana e ti senti piccolo piccolo con un grande senso di riverenza verso tanta maestosità.

Alle 19 si cena in una sala che ha del familiare; i gestori del rifugio sono molto gentili, le pietanze offerte sono gustosissime, i piatti lasciano il nostro tavolo così lindi che la signora ride soddisfatta. Si narra che in questo rifugio ci sia un dopo pasto alla nitroglicerina: i mitici zuccherini! Cannella, limone, genepy sembrano innocue ma dopo le facce più buffe del mondo e un esplosione di caldo che usciresti in maniche corte!

Stiamo aspettando l’ora blu, dicono sia bellissima, ma Mauro non resiste e si stacca per scalare un altro pezzo di montagna. Lo seguiremo col 300 finchè non lo vediamo stagliarsi come un puntino su una cresta (da qui per lo meno tale sembra) pronto a catturare, sappiamo già, un bellissimo panorama a 360°. La sera arriva in fretta, giusto il tempo di scattare armoniosi salti d’acqua e dipingere la superficie del lago con i suoi magici riflessi e il rifugio stesso.

La nostra stanza è una camerata di nove…tutto è silenzio. Il risveglio è fresco e allietato da una semplice ma buona colazione. Anche per le marmotte c’è il buongiorno, ce ne sono parecchie in giro. Decidiamo di incamminarci, arrivando presto a valle potremo andare a visitare anche gli orridi di Uriezzo. L’ultima sosta da turisti fotografici, la facciamo agli orridi di Uriezzo…splendide e morbide curve di roccia scavate dai ghiacciai, dall’acqua e dal tempo. 250 metri di meraviglia da percorrere, guardare e annusare con i suoi profumi di muschio .

Si torna a casa con il bellissimo ricordo di aver passato un bel fine settimana insieme ad un’ottima compagnia, con belle foto. Alla prossima avventura…con Foto in Fuga. Il fotoclub ringrazia Cristina e Mauro per aver organizzato questa fresca escursione fotografica.»