Val di Mello
Uscita fotografica nella Yosemite italiana – 2012
«Un anfiteatro di granito, una corona di vertiginosi strapiombi che gareggiano in monumentalità con le ciclopiche cupole spaccate della più celebre Yosemite valley, tavolozza prediletta di Ansel Adams.»
Sabato 26 Ottobre 2013
Mauro: «Siamo in val di Mello, un solco che subito confessa nel profilo a tonda “U” il suo intaglio cesellato in epoca glaciale, una corta fenditura tributaria della val Masino a sua volta affluente settentrionale della Valtellina.
Alle muraglie di roccia compatta, come fossero le torri d’un druidico castello, fa da fiabesco contraltare il fondo vallivo dolce come un giardino, un declivio sviluppato in modestissimo dislivello ma che in virtù delle esposizioni più diverse raduna la vegetazione in autunno più ammaliante: dagli aceri incandescenti ai faggi imporporati e bruni, agli abeti di cupo verde azzurro, ai larici dorati; tra i boschi e i pascoli irrompe baldanzoso il torrente Mello che divalla come un giovanotto saltando bianco ed imperlato dai massi poi acquietandosi smeraldino in pozze profonde con già l’urgenza di riprendere il gioco.
Quasi simmetrico a questo ramo vallivo s’apre l’altro che sviluppandosi con più regolarità verso il regno delle alte quote subito intercetta la piana dei “Bagni di Masino” luogo termale dalla secolare considerazione e dalla quiete tangibile.»
Cristina: «Siamo in val di Mello, un solco che subito confessa nel profilo a tonda “U” il suo intaglio cesellato in epoca glaciale, una corta fenditura tributaria della val Masino a sua volta affluente settentrionale della Valtellina.
Alle muraglie di roccia compatta, come fossero le torri d’un druidico castello, fa da fiabesco contraltare il fondo vallivo dolce come un giardino, un declivio sviluppato in modestissimo dislivello ma che in virtù delle esposizioni più diverse raduna la vegetazione in autunno più ammaliante: dagli aceri incandescenti ai faggi imporporati e bruni, agli abeti di cupo verde azzurro, ai larici dorati; tra i boschi e i pascoli irrompe baldanzoso il torrente Mello che divalla come un giovanotto saltando bianco ed imperlato dai massi poi acquietandosi smeraldino in pozze profonde con già l’urgenza di riprendere il gioco.
Quasi simmetrico a questo ramo vallivo s’apre l’altro che sviluppandosi con più regolarità verso il regno delle alte quote subito intercetta la piana dei “Bagni di Masino” luogo termale dalla secolare considerazione e dalla quiete tangibile.
Questa è la zona del massiccio del Monte Bianco, che è veramente imponente, bellissimo e lascia davvero senza parole: per un po’ di nuvolette non siamo riusciti a vederlo specchiato nelle acque del lago di Arpy, ma Gualberto, che il giorno dopo è tornato al lago ha potuto vederne l’incanto riflesso…quindi nel pomeriggio siamo rientrati e ci siamo rilassati all’albergo che ci ha ospitati per una cena con polenta e dintorni …
Gio e Serena invece sono rientrati in città…i più mattinieri, cioè Gualberto e Mauro, sono andati a fotografare, da un belvedere spettacolare, l’alba di una giornata meravigliosamente soleggiata….belvedere che Marilù e Fulvio con la sua famiglia hanno raggiunto con più calma dopo una abbondante colazione….e nel bosco Fulvio, con la complicità un po’ di tutti ha reinterpretato la fiaba di Cappuccetto Rosso…
E’ poi arrivato il momento di tornare ….senza però dimenticare di fermarci a prendere un assaggio di fontina.
Una bella gita…per fotografare, per stare nella natura, per vedere un posto nuovo, per stare in buona compagnia.»