Uscita fotografica al Lago di Mergozzo
Il sentiero azzurro e il lago di Mergozzo
Passato il lungo fine settimana perseguitati dal maltempo, il meteo concede tregua. Quel che resta della successiva settimana lavorativa la si passa a guardare le previsioni del tempo, fare gli scongiuri e raccogliere i cocci del gruppo che ogni giorno si sfoltisce. Come vuole la tradizione l’estate di san Martino fa capolino a metà autunno. Domenica 7 novembre l’uscita si può fare ma la conta dei partecipanti è impietosa, tra impegni familiari, piccole indisponibilità fisiche e qualche risveglio della pigrizia, il gruppetto che si è ridotto a cinque soci si ritrova davanti alla sede FIF.
Partenza in mattinata ma con calma, non c’è voglia di alzarsi troppo presto. Al ritrovo tutti puntuali. La strada scorre veloce, ma piccoli imprevisti segnano il percorso: una gara ciclistica e il timido navigatore che si vergogna di chiedere una inversione a U, allungano il tragitto di di circa venti minuti. Ore 10:30 si costeggia il lago fino ad attraversare l’abitato di Mergozzo. Trovato un ampio parcheggio fuori dal grazioso paesino medioevale ci si incammina in discesa, attraverso la stretta via principale si giunge al lago che prende il nome dalla località.
Angolo Wikipedia.
Momento didattico con sbirciata su Wikipedia: “Il lago di Mergozzo è uno specchio lacustre, nelle Alpi Lepontine, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, il quarto per estensione della regione. Il lago (…) in linea d’aria dista circa un paio di chilometri dal Lago Maggiore e una decina dal lago d’Orta e da Omegna. La lunghezza massima del bacino è di circa 2,5 km, la larghezza di poco più di un chilometro, mentre la circonferenza misura circa 6 km. (..) Le acque di questo piccolo lago risultano essere tra le più pure e pulite d’Italia: vista la mancanza di industrie sulle rive, il divieto d’uso di barche a motore (…).”.
Giunti sulla riva del lago, con il solito fare sicuro e spavaldo, il nostro gruppo di fotografi perlustra rapidamente l’area e individua il luogo ottimale da dove iniziare le operazioni, la colazione si farà al bar Fugascina in piazza Vittorio Veneto. Il piccolo locale ha alcuni ampli tavoli all’aperto fronte lago, si decide per la consumazione baciati dal tiepido sole. Ottime brioches, ottimo cappuccino, servizio cortese, un posticino consigliato.
Ripuliti del contenuto i piatti e tazze del piccolo bar, data una spolverata alle lenti degli obiettivi, poco prima delle 11:00 si è pronti per la parte fotografica della spedizione. Prima di incamminarsi per il sentiero azzurro si indugia per qualche scatto nella adiacente piazza Cavour e sul molo prospicente, l’autunno regala una luce abbondate e abbastanza morbida, accompagnata da un cielo sereno appena segnato da qualche leggera nuvoletta, I pochi passanti diventano soggetti inconsapevoli delle prime fotografie della giornata.
Questa volta Wikipedia mi tradisce e vado a scovare le informazioni per il sentiero azzurro sul sito https://serendipitsite.com:
“Il Sentiero Azzurro è una passeggiata panoramica che collega la strada per Montorfano con l’incantevole borgo di Mergozzo. (…)
Il sentiero è un’ampia mulattiera, probabilmente un tempo l’unica via di comunicazione tra i due borghi . Inizia con una breve discesa, immergendosi poco a poco all’ombra dei boschi, per poi continuare in piano, a mezza costa, tra ponticelli e fonti. (…).
Lungo tutto il percorso si possono trovare delle piccole balconate naturali, dove sono state sapientemente posizionate alcune panchine da dove è possibile ammirare il Lago di Mergozzo in tutto il suo splendore. Sono il posto ideale per fare brevi e rigeneranti pause. Oltre alle panchine, sul sentiero, sono stati installati alcuni cartelli informativi che raccontano la storia di questi luoghi.”.
Il percorso della comitiva fotografica si svolge in senso inverso a quanto descritto, da Mergozzo a Montorfano. Appena lasciata la piazza Cavour una ripida stradina serpeggia tra graziose casette, qualche centinaio di metri e le casette lasciano il posto a alcune villette. Ancora pochi passi e la via diventa più piana, svolta a sinistra , lussuose ville con meravigliosi giardini si affacciano su un tratto di sentiero carrabile, poi le costruzioni velocemente si diradano, il passaggio si restringe e il bosco, dai caldi e vividi colori autunnali, prende il sopravvento avvolgendo il sentiero.
Largo e leggermente scosceso la mulattiera serpeggia nella macchia prealpina. Si incrociano sporadici turisti, una volta una coppia di giovani con un cane, poi una famigliola, dopo ancora due coppie di anziani che chiacchierano piuttosto rumorosamente. Un’antica e solitaria casa in pietra costeggia brevemente il cammino. Qualche ruscelletto costringe ad allungare il passo destreggiandosi tra fangose pozze d’acqua. A tratti si trovano mucchietti di ricci vuoti, ormai la stagione è troppo avanti per andar di castagne. Il piccolo gruppo di fotografi avanza lentamente, ognuno trova spunti diversi dove soffermarsi, il dettaglio di una foglia, la luce del sole che spavalda si fa largo tra le gialle chiome della boscaglia, una pozzanghera che regala fulgidi riflessi e quanto altro. La strana razza dei fotografi riesce a cogliere i più improbabili spunti nella confusione di forme e colori di un bosco segnato dall’autunno.
Poco dopo le 13:00 il gruppetto raggiunge la sponda sud del lago preso la località di Fondotoce, dove un’amplia spiaggia si apre sul lago. Si spera di trovare ristoro in un locale, forte è il desiderio di un pranzo rifocillante. Delusione! Il locale che si affaccia sul lago è chiuso. Si trova consolazione con la verdeggiante radura che degradando nelle acque del lago, punteggiata da radi alberi e arbusti, presenta molti spunti interessanti per la fotografia. Il mancato pasto viene barattato con una buona mezza ora di scatti e qualche biscotto che le più previdenti a casa avevano saggiamente messo in borsa. Lo scenario, lo sfondo e la luce sono propizi per l’immancabile foto di gruppo.
Per il rientro si decide di costeggiare il versante est del lago. Incamminandosi si incontra prima una cava di roccia con il suo cantiere e poi la stazione ferroviaria Verbania-Pallanza. Proseguendo lungo la provinciale, a sinistra, una rete separa la pista ciclopedonale da un campo di golf. Si procede fino a giungere alla rotonda da dove il percorso riprende verso nord in direzione di Mergozzo. La vicina osteria sparge profumi di ottime pietanze e il mancato pranzo induce in tentazione ma si prosegue, il pomeriggio avanza veloce e mancano ancora alcuni chilometri per tornare all’auto.
Su versante est del lago si procede utilizzando qualche breve tratto di marciapiede e una breve pista ciclabile, intervallati da inquietanti passaggi a margine della stretta strada provinciale. La grande croce del parco della Memoria e della Pace, la sede dell’associazione Casa della Resistenza e una targa in memoria, ricordano che lungo questa via iniziava il confine di quella che fu la gloriosa repubblica partigiana dell’Ossola. Gli spunti fotografici sono ora molto differenti da quelli trovati lungo il sentiero azzurro, l’orizzonte è abbastanza aperto, il sole pomeridiano si abbassa a ovest accarezzando le basse montagne e macchiando di luce calda la vegetazione dai colori variegati, ombre e riflessi si rincorrono sulla superfice del lago. La raccolta di nuovi scatti rallenta il cammino.
Avvicinandosi a Mergozzo finalmente si lascia la strada per un più sicuro, confortevole e ancora più fotogenico percorso pedonale in riva al lago. La bella giornata ha portato tanto gli abitanti del luogo che alcuni turisti a godersi il tiepido sole di questo pomeriggio autunnale, chi seduto sulle gradinate di una terrazza liberty, chi al tavolo di un locale sorseggiando una bevanda. Mergozzo illuminato dagli ultimi raggi di sole e la montagna alle spalle parzialmente in ombra regalano suggestive cartoline a questi ultimi metri della spedizione.
Arrivati a Mergozzo, sulla piazza cittadina si allunga l’autunnale ombra del tramonto. La brezza ora si fa fresca e la fatica della giornata segna passi stanchi. Il bar che aveva ben onorato la colazione è chiuso ma il gruppo di amici non si scoraggia, il vicino bar ristorante Vecchio Olmo può mitigare la delusione. Si decide per il tavolo all’aperto in piazza Cavour da dove, attraverso i tronchi di giovani alberi, lo sguardo raggiunge il piccolo lago. Birra al riso Carnaroli. Ottima scoperta. Ebbene si, esiste la birra al riso Carnaroli e il parere condiviso del comitato ristretto, l’autista ha dovuto accontentarsi di una bevanda analcolica, la birra al riso Carnaroli è da provare.
Sono ormai quasi le 17:00, la luce si spegne velocemente senza concedere particolari suggestioni, la stanchezza e il freddo hanno il sopravvento. I cinque fotografi soddisfatti dalla giornata e dalla birra raggiungono l’auto per prendere la strada verso casa. La gita è finita, rimangono da sistemare e selezionare le foto, e preparare il racconto della piccola avventura, in attesa della prossima uscita.
I protagonisti della giornata:
Luana Ferrari
Maria Luisa Giussani
Romina Pilotti
Giovanni Chiodini
Nicola Frammartino