“Paris en liberté” – Robert Doisneau

Visita mostra allo Spazio Oberdan di Milano dedicata a Robert Doisneau

 

Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.


Robert Doisneau

La fugacità di Doisneau

Doisneau è il fotografo dei piccoli gesti, degli umili, dei baci degli innamorati, dei bambini che giocano, degli artisti di una Parigi d’antan. Accostarsi al lavoro di Doisneau significa innanzitutto raccontare la storia di ciascuno di noi, significa ribadire la grande forza evocatrice dell’arte fotografica.

Per iniziativa della Provincia di Milano, dell’Atelier Doisneau, della Fratelli Alinari/Fondazione per la Storia della Fotografia e di Civita, con il patrocinio della Ville de Paris, la mostra, dal titolo “Paris en liberté”, presenta oltre 200 fotografie originali, scattate da Doisneau (1912-1994) nella Ville Lumière tra il 1934 e il 1991.

Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, ripercorre i soggetti a lui più cari, e conduce il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, e poi nei bistrot, negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese. I soggetti prediletti delle sue fotografie in bianco e nero sono infatti i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.

Giovedì 4 Aprile, il fotoclub visita la mostra, 14 soci si ritrovano alle 20 all’ingresso dello Spazio Oberdan di Milano. La serata è tutt’altro che primaverile anzi una pioggia insistente e un vento gelido che ricorda il tempo capriccioso parigino.

Grazie all’organizzazione impeccabile di Cristina, la prenotazione ci permettere di accedere alla mostra senza attendere e senza perdere tempo. Il tempo di distribuire l’autoguida elettronica e iniziamo con la visita della mostra. Nonostante le sale sono piene di visitatori, a volte si ha quasi la sensazione di immergersi nella Parigi di quei tempi.

Difficile non rimanere coinvolti da queste stampe, ognuno di noi si sofferma su qualche scatto che emoziona più di altri, ci si ritrova per commentarli insieme.

Alla fine rimane la soddisfazione di aver vissuto non solo una bella pagina di cultura fotografica, ma anche di quella umanità che ora sembra quasi svanita.

I nostri ringraziamenti a Cristina per aver promosso ed organizzato una preziosa opportunità di crescita culturale e un’altra occasione per condividere con amici una bella serata, Grazie Cris!

Vedere, a volte, significa costruire, con i mezzi a disposizione, un teatrino e aspettare gli attori. Aspettare chi? Non lo so, però aspetto. Io spero sempre, e quando uno ci crede con forza è difficile che qualcuno non finisca per arrivare. Dopodiché la messa in scena viene improvvisata all’insegna della fugacità.

Robert Doisneau

Vedere, a volte, significa costruirsi, con i mezzi a disposizione, un teatrino e aspettare gli attori. Aspettare chi? Non lo so, però aspetto. Io spero sempre, e quando uno ci crede con forza è difficile che qualcuno non finisca per arrivare. Dopodiché la messa in scena viene improvvisata all’insegna della fugacità.