WAR and Humanity

GUERRA e Umanità

Racconto fotografico di

Ibrahim Malla

Fotografo ufficiale della Mezzaluna Rossa Araba Siriana e uno dei fotografi del Comitato Internazionale di Croce Rossa.

«Nelle foto di Ibrahim Malla si legge la portata della tragedia umanitaria in Siria, ma anche un messaggio di speranza…»

Chi è Ibrahim Malla ?

Ibrahim Malla, è un fotografo italo-siriano specializzato nel campo umanitario e sociale. Malla ha lavorato in questi anni per la crisi in Siria come delegato internazionale per gli audio-visivi della Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in Medioriente e Nord Africa, ma anche in Yemen, Iraq, Libano, Giordania, Turchia, Tunisia, Croazia, Sicilia e Grecia. E’ stato volontario della Mezzaluna Rossa Araba Siriana per oltre 15 anni ed è anche volontario della Croce Rossa Italiana.

É il fotografo ufficiale della Mezzaluna Rossa Araba Siriana e uno dei fotografi del Comitato Internazionale di Croce Rossa.
Ha vinto 7 premi internazionali di fotografia e ha esposto le sue foto a Damasco, Madrid, Londra, Parigi, Milano, Ginevra, in Cina, in Germania, in Scozia, a Sydney, Mosca, Firenze e in Norvegia.

Malla è istruttore di fotografia in emergenza e ha fondato un suo istituto: la International School of Humanitarian Photography. La scuola è un progetto unico e innovativo che si propone di formare i volontari e gli operatori del  settore no-profit all’uso efficace della fotografia umanitaria e in emergenza come strumento di comunicazione.

Nelle foto di Ibrahim Malla si legge la portata della tragedia umanitaria in Siria, ma anche un messaggio di speranza: quello portato dai volontari che rischiando la propria vita portano aiuti umanitari, primo soccorso, supporto sanitario e psicologico alla popolazione tenendo alti i principi di Umanità e di Neutralità che caratterizzano il Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Ibrahim Malla

«Essere un fotografo umanitario significa guardare attraverso l’obiettivo non con gli occhi ma con il cuore.

Le mie foto servono per portare aiuto alle persone che fotografo, ci sono loro prima di tutto, per questo devo entrare in sintonia, capire le loro necessità: essere un volontario mi ha insegnato molto».

Ibrahim Malla

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GUERRA e Umanità

Immagini, racconti, storie di vita, incontri

giorni di guerra in Siria…

E’ stato un racconto fotografico e un incontro con il mondo della fotografia umanitaria. Ibrahim ci ha parlato attraverso le foto, della sua esperienza come fotografo umanitario e della difficile situazione in cui versa la Siria, che da 7 anni ormai è devastata da un sanguinoso conflitto con conseguenze umanitarie gravissime. Migliaia di civili siriani sono esposti ogni giorno al rischio di essere feriti, uccisi, cacciati dalle loro case, morire di fame. Le sue parole, le sue foto ci hanno davvero avvicinato alla Siria.

Fotografie buone – essere vicino

L’essenza della filosofia fotografica del grandissimo fotografo Robert Capa forse si può riassumere in uno dei suoi celebri aforismi:

“Se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino.”

Bisogna essere vicini col cuore, partecipare, capire, in contatto emotivo con ciò che si ritrae per essere “dentro” l’immagine,  per vivere l’emozione e farla rivivere attraverso la fotografia.

Vediamo spesso immagini di guerre e in particolar modo del conflitto in Siria, ma siamo lontani dal quel mondo e da quella tragedia.

Ibrahim Malla è sempre stato particolarmente vicino a questi luoghi e a queste tragedie, dalle sue immagini emerge la portata della tragedia umanitaria della guerra. La popolazione siriana in questo dramma, trova l’umanità, nel messaggio di speranza, di fratellanza, di coesistenza, di solidarietà, di chi come Ibrahim è vicino a loro.

La grande passione per la fotografia e per l’essere umano gli è valsa l’assegnazione di premi internazionali, esponendo diverse mostre fotografiche in Siria, a Madrid, Parigi, Londra, Milano e in Cina.

Questo incontro è stato un’opportunità valida per affrontare una tematica di attualità andando oltre i luoghi comuni attraverso le immagini di Ibrahim Malla, per ripercorrere la vicenda siriana nei volti dei protagonisti. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Inveruno.

Ibrahim Malla
Ibrahim Malla

Ci sono fotografie belle e fotografie buone, potentissimo mezzo di sensibilizzazione.

«Non mi interessa essere un artista. Sono un testimone della mia epoca». «Tra una bella foto e una buona foto scelgo la seconda, quella che ha qualcosa da dire, a costo di farlo in modo sgrammaticato». (cit. Gianni Berengo Gardin)

Puntualissimo, in giacca e accompagnato dalla moglie, è così che ci appare Ibrahim, una persona che fin dal primo sguardo ti ispira fiducia, dal sorriso gentile.

La sala Virga è quasi piena, alle ore 21:30 Marilù Giussani presidente del fotoclub, introduce la serata presentando l’associazione, ringraziando il comune di Inveruno e dando il benvenuto al folto pubblico e naturalmente ad Ibrahim Malla.

Prende la voce Cristina De Tullio, spiega come ha conosciuto Ibrahim, che conosce e parla l’italiano ma, dato l’argomento così delicato, preferisce dialogare in inglese con il supporto di Eva che tradurrà ogni sua parola. Ibrahim parla un inglese facilmente comprensibile, ma prima di tutto parla il linguaggio universale della fotografia, questa è la sua missione: utilizzare le immagini per veicolare un messaggio importante a tutti. La sua presentazione parte dalla geografia, dalla storia della sua terra per finire con i volti delle persone che soffrono. Cosa significa essere fotografi della Croce Rossa? cosa significa essere fotografi umanitari? Ibrahim ce lo ha spiegato con le sue immagini raccontate dalla sua viva voce.

«La Siria non è lontana, è stata ad Inveruno, alla Sala Virga. L’ha portata per mano Ibrahim Malla, fotografo umanitario ma prima di tutto Grande Persona. Non ha fatto breccia nelle nostre coscienze con immagini violente, di una guerra che come tutte non ha un perché ma ha strizzato i nostri cuori e minato la nostra coscienza con sorrisi di chi spera. I sorrisi del futuro, i sorrisi di bambini per un sacchetto di patatine, i sorrisi di piccole donne emozionate per matite e quaderni, i sorrisi di giovani fratelli che riescono a portare cibo alle loro famiglie dopo mesi ad aver patito la fame.

Ibrahim ci ha fatto scoprire una potente voce della fotografia, la fotografia umanitaria. Non porta ricchezza bensì insegna a guardare oltre l’immagine, a catturare l’anima e le emozione, educa al rispetto, al successo di quella che diventa una missione…far conoscere al mondo la gente che ami e che vuoi proteggere.

Barili di petrolio contro patatine!! Giacimenti di gas contro kg di riso!! Riflettiamo. Non possiamo essere prigionieri di un ritmo che ci impedisce di sentire queste voci, di vedere queste immagini. La Siria non è lontana, la Siria è dietro l’angolo. Rendiamoci catalizzatori di questo messaggio, raccontiamolo, parliamone e soprattutto guardiamoci dentro perché adesso non possiamo più dire che non sapevamo.

La Siria ieri sera è stata con noi ed ora è ancora più vicina».

(cit. Cristina De Tullio)

Ibrahim Malla

Non poteva mancare la foto di gruppo con Ibrahim (foto di Roberto Cazzadore)

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THANKS Ibrahim !
now for us, Siria isn’t far away!

Ringraziamo di cuore Ibrahim: THANKS Ibrahim ! now for us, Siria isn’t far away!

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato. Ringraziamo la Biblioteca Comunale di Inveruno e il Comune di Inveruno. Un particolare ringraziamento alla bravissima interprete Eva Campolucci.

Concludiamo con una bellissima storia, una foto di Ibrahim che racconta la vita di un popolo che lotta ogni giorno per sopravvivere, con la speranza e il nostro augurio che i bambini siriani possano presto tornare a sorridere e a vivere una vita normale per costruire un futuro migliore.

Fatima e Omar

«Dalla tua parte è scritto in arabo? Dai ti prego, leggi cosa c’è dentro!»

e la sorella:

«Farina, tonno, zucchero, 5 chili di riso! Abbiamo un tesoro!».

Una storia che ho nel cuore

di Ibrahim Malla

I protagonisti di questa storia sono Fatima e Omar, due bambini siriani, fratello e sorella. Li ho incontrati durante una missione umanitaria in uno dei momenti più difficili della guerra, a Bet Sahem, una zona sotto assedio, dove la popolazione era quasi allo stremo delle forze dato che non riceveva aiuti dall’esterno da oltre un anno.

Come si sopravvive in una città sotto assedio? Fatima e Omar lo sanno bene: il cibo scarseggia, mancano i medicinali, spesso mancano l’elettricità, il gas, l’acqua, si vive nell’angoscia di non farcela e con lo stomaco vuoto. Per questo il nostro arrivo ha segnato per loro un momento indimenticabile, di gioia, di eccitazione quasi febbrile.

Alla distribuzione di aiuti umanitari hanno ritirato la razione alimentare per la loro famiglia ma non hanno avuto il coraggio di aprire la scatola. L’hanno caricata sulla bicicletta così com’era. Ma il desiderio di conoscerne il contenuto era fortissimo: Omar ha cercato di leggere l’elenco riportato sul cartone ma sul suo lato era scritto in inglese e non riusciva a capire; ha quindi chiesto a Fatima «Dalla tua parte è scritto in arabo? Dai ti prego, leggi cosa c’è dentro!» e la sorella: «Farina, tonno, zucchero, 5 chili di riso! Abbiamo un tesoro!».

Feedback

In un raggio di circa 15 km ci sono 7 Fotoclub di cui alcuni tutt’ora si riempiono la bocca di trascorsi gloriosi, ormai molto trascorsi, eppure ad una serata così intensa di Emozioni, di cruda realtà quotidiana, di fotografia che fa riflettere e smuovere le coscienze nemmeno l’ombra…

Nel mio piccolo, sono da sempre convinto che, se anche uno è nato straimparatissimissimo c’è sempre da imparare ed anche di più.. peccato, si sono persi una serata davvero impagabile sotto ogni punto di vista.

Max B.

Entra in sala insieme a Silvia, sua moglie. E’ Ibrahim Malla, fotografo internazionale della Croce Rossa e della Luna ROssa. Ho visto più volte le sue immagini che non finiscono mai di rapire il mio sguardo. Ho conosciuto Ibrahim a inizio anno e poco dopo gli ho chiesto di organizzare una serata di fotografia con Foto in Fuga. Una tra le prime cose che a chiesto a Silvia di noi è il perchè di questo nome. “Immagini fuori dagli schemi, immagini oltre l’obiettivo” ecco cosa gli rispondo e vorrei aggiungere “come le tue”, con tutta l’umiltà del caso, ma lo tengo nei miei pensieri. In effetti le sue immagini sono molto fuori dagli schemi, raccontano sguardi di giovani e bambini che in un pacchetto di patatine vedono la speranza della fine della guerra.
Le sue immagini raccontano di un paese che ama, la Siria, il suo paese, la sua gente, i suoi affetti, i suoi scatti raccontano di una guerra ingiusta, come tutte le guerre, ma lo fa con l’amore e la voglia di rinascita. La serata scorre veloce e siamo tutti rapiti dal racconto. Nonostante Ibrahim parla inglese riesce a trasferire ad Eva, che traduce simultaneamente, le emozioni, l’enfasi ed il vibrare delle fotografie. Non ci sono immagini di guerra, quelle che tutti potrebbero immaginare ma ci sono bambini che sorridono stringendo pacchi di alimentari dispensati dalla Croce Rossa, bambini da consolare e dietro ad ognuno una storia che affiora e che lui sa, vuole sapere ed ora racconta a noi. Finisce in un batter d’occhio la serata e ne siamo tutti colpiti. La sala è gremita ed ognuno ha qualcosa da chiedergli. GIusto il tempo di un piccolo rinfresco, altre parole e si torna a casa…ma non è più come prima. La Siria non è solo sui giornali, in tv o sul tablet, la Siria stasera è stata qui e l’ha fatto nella sua forma più profonda. Grazie Ibrahim per questo messaggio di speranza e per questo tempo che ci hai voluto regalare per farci sperare che un futuro migliore può esistere.

Cristina D.