Mauro Tondelli

Prima che per me maturasse un’età supponente padronanza di ragione la curiosità e l’ardimento tutti mi sono stati rapiti dal fascino irresistibile del fuori le mura, dell’oltre di qualsiasi perimetro, ma anche dalla gelosia e dalla rivelazione iniziatica del tutto in una goccia limpida.

Ammesso che con l’accumularsi delle stagioni sia alfine disacerbata una parvenza di saviezza, ben poco è cambiato nel mio sguardo: quando riesco a scorgerlo da un passo sospinto oltre le lusinghe delle comodità, il mondo assoluto ancora mi rinnova il dono delicato della meraviglia.

Fotografo senza dichiarazioni d’intenti dal tempo antico in cui ne subii l’inconsapevole equivalenza a vedere almeno quattro volte: la consueta, la creativa, la valutativa e la contemplativa; è recente ed azzardata invece la speranza che mi sfiora e che fin qui mi ha accompagnato: riverberare attraverso le immagini un barlume dell’incanto.